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Dorothy Circus Gallery: “What I’ve Seen So Far”

L'esposizione è la prima collettiva fotografica,  allestita in entrambe le sue sedi di Roma e di Londra,  che inaugura la programmazione espositiva 2020  ROMA - La Dorothy Circus Gallery, aperta a Roma nel 2007 e poi a Londra, sta proponendo da anni al suo pubblico le produzioni di artisti che si sono ormai affermati nel panorama culturale internazionale, con un’attenzione particolare all’inconografia Pop, al Surrealismo contemporaneo e alla Street Art.  In tal senso, si inserisce What I’ve Seen So Far, prima collettiva fotografica, allestita in entrambe le sue sedi di Roma e di Londra, che inaugura la programmazione espositiva 2020 Mirrored Souls: The Year Of Love. Nato da una idea di Alexandra Mazzanti, fondatrice della Dorothy Circus Gallery e di Valentina Ilardi, Editor in Chief di GREY Magazine, con il prezioso e competente supporto di Gloria Campedelli, il progetto espositivo, che inizia il 15 febbraio e durerà un mese, si inquadra in un più attento progetto culturale che intende mettere a confronto le opere di fotografi affermati, come Laurent Chehere, Billy Kidd e Caitlin Cronenberg, con giovani emergenti quali Iness Rychlik, Anka Zhuravleva, Arash Radpour, Karel Chladek e Jesse Herzog, con uno sguardo alla ricerca italiana attraverso le fotografie di Mirko Viglino, Peppe Tortora, Claudia Pasanisi, e Giuseppe Gradella. L’intenzione è quella di restituire il senso di un più intimo dialogo tra differenti sensibilità estetiche e analisi introspettive del soggetto rappresentato, in modo tale da coinvolgere lo spettatore in un’esperienza artistica davvero unica e permettere di toccare con mano il fermento espressivo che sta caratterizzando il nostro attuale momento storico, senza altresì abbandonare l’anima più sperimentale che ha sempre caratterizzato il programma espositivo della Dorothy Circus Gallery nei suoi ultimi anni di attività. Ecco quindi che la spiritualità evocativa delle opere proposte viene coniugata con il dibattito artistico che ha sempre definito l’indagine artistica della Galleria, riflettendo sulla dinamiche del fluire del Tempo e sulle problematicità legate all’atto creativo che non deve essere ridotto a mero esercizio di stile, ma piegato alle più intime domande dell’animo umano, superando il momento cristallizzato dai confini prestabiliti di un codice definito. Si viene così afferrati da autentici capolavori che possono essere interpretati come metafore di un viaggio interiore non risolvibile solo in una presa di coscienza di Sé e delle proprie contraddizioni, ma anche come un nuovo modo di osservare la realtà colta nel suo istante sospeso per conquistare una visione più articolata del mondo tale da consentire una connessione tra libertà, immaginazione, sensibilità e poesia. I dodici i fotografi selezionati per questo evento, decisamente prezioso e imperdibile, hanno ciascuno il loro stile che li caratterizza e permette di raccontare per immagini quella parte inesplorata di realtà che, sebbene a noi lontana, può garantire un’emozione assoluta tale da stimolare la nostra anima a nuovi interrogativi, che possano elevare il nostro spirito su di un piano più complesso e maturo. Vademecum Dorothy Circus Gallery: What I’ve Seen So FarVia dei Pettinari n° 76www.dorothycircusgallery.cominfo@dorothycircusgallery.com   ...

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